Osservatorio Stage 2021: lo stage ai tempi del Covid
L’Osservatorio Stage 2021 raccoglie un anno di esperienze di stage in azienda, raccontate dai protagonisti che le hanno vissute in prima persona.
Dopo il grande lavoro sviluppato nel 2020 insieme a BVA Doxa, che avevamo intitolato “2020: Odissea nello Stage”, abbiamo continuato in autonomia il nostro viaggio per esplorare e raccontare l’universo degli stagisti attraverso i dati statistici.
Si tratta di una generazione speciale di tirocinanti, che ha affrontato un inserimento in azienda in piena emergenza pandemica, non senza criticità.
Qualcuno ha addirittura svolto l’intero percorso senza mai vivere o vedere l’azienda, in modalità totalmente a distanza, avvalendosi del supporto dei mezzi tecnologici per mantenere una continuità operativa e una buona efficienza nella formazione.
Questi giovani stagisti sono nati professionalmente in un contesto a due facce: da un lato la grande opportunità di avviare comunque una nuova esperienza, nonostante la complessità del momento, dall’altro la difficoltà di inserirsi con coraggio in un nuovo ambiente, dovendo far fronte a una distanza che dal pratico sconfina talvolta nel relazionale.
Ecco cosa abbiamo scoperto dialogando con i nostri tirocinanti, sul percorso di stage che hanno svolto, sul pre e sul post.
La formazione prima dello stage
Nell’Osservatorio Stage 2021 Abbiamo chiesto ai nostri stagisti cosa pensano della formazione scolastica e universitaria. In sostanza volevamo capire se la scuola e l’università preparano ad affrontare il salto dal teorico al pratico, dal sapere al saper fare.
Abbiamo indagato anche la loro opinione sullo stage come strumento di accesso alla vita professionale, sono emersi dati molto interessanti: solo il 15% degli intervistati ritiene che la scuola possa fornire gli strumenti adeguati ad avviare una vita professionale, mentre circa l’80% degli intervistati riconosce l’utilità dello stage come ponte fondamentale tra lo studio e il lavoro.
Lo stage ai tempi del Covid
Ma come hanno vissuto gli stagisti la loro prima esperienza pratica, con tutte le criticità che la pandemia ha portato nella vita in azienda?
Di fatto, il 30% degli stagisti afferma di aver riscontrato difficoltà durante il percorso, in particolar modo in ambito relazionale.
Sicuramente l’attività da remoto imposta dall’emergenza sanitaria ha contribuito ad accentuare questo aspetto, privando i giovani tirocinanti dell’immediatezza che la presenza può offrire nel confronto con colleghi e superiori.
Ma si apre qui una parentesi sul ruolo delle soft skills nell’ambito dei rapporti professionali, come possibile risorsa per affrontare anche i casi più critici: l’88% degli stagisti intervistati riconosce l’importanza delle competenze leggere per un buon inserimento nel mondo del lavoro e per una corretta impostazione della comunicazione con i colleghi.
Il lavoro ideale dopo lo stage
Il dato sugli esiti occupazionali dopo lo stage è molto positivo e incoraggiante: l’82% degli intervistati ha trovato un impiego dopo il tirocinio (il 52% presso l’azienda ospitante, il 30% presso altre realtà).
L’Osservatorio Stage 2021 si chiude con una serie di domande che riguardano le aspirazioni dei giovani e la scelta della loro azienda ideale.
Emerge che gli stagisti di oggi attribuiscono una grande importanza al brand : il 77% degli intervistati, infatti, considera la reputazione aziendale uno dei fattori che influiscono sulla propria scelta, condizionata però fortemente anche dalla ricerca di un allineamento valoriale con l’azienda (89%).
Il quadro di riferimento è molto interessante e apre delle riflessioni sul ruolo che la pandemia ha giocato nel determinare le priorità dei giovani. La parola d’ordine per gli stagisti contemporanei è senza dubbio “sicurezza”: la grande azienda è più ambita della piccola impresa e il lavoro autonomo non rappresenta un obiettivo per la maggior parte degli intervistati.
IL CAPITOLO CONCLUSIVO DELL’ODISSEA NELLO STAGE!
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