Job hopping: si può fare carriera saltando da un lavoro all’altro (?)
Cos’è il Job Hopping
Il Job Hopping è un fenomeno sempre più diffuso, in Italia ma non solo.
Si tratta della pratica di passare da un posto di lavoro all’altro, cambiando frequentemente azienda e talvolta anche città.
Parzialmente individuabile come prodotto di una situazione storica e socio-economica foriera di crisi e disorientamento, il job hopping è in realtà assunto sempre più spesso anche come atteggiamento spontaneo, dai giovani che iniziano ad affrontare un percorso professionale in cerca di una collocazione che faccia al caso loro.
Il fenomeno, quindi, sembra non essere necessariamente una conseguenza della diffusa precarietà che colpisce i neolaureati che si affacciano sul mondo del lavoro.
Dalle indagini svolte da una nota società di servizi professionali alle imprese, emerge che i due terzi dei giovani intervistati dichiari di non aspirare a lavorare tutta la vita nella stessa azienda e di voler cambiare lavoro nei prossimi 5 anni.
Dunque, che si tratti di una distorsione di prospettive o meno, si è fatta largo la convinzione che il percorso di crescita professionale possa avvenire solo mettendosi alla prova in situazioni sempre diverse, acquistando abilità uniche da ogni mansione svolta e soprattutto facendo networking.
Il Job Hopping e i Millenials
Questo fenomeno va a braccetto con i Millennials, appartenenti alla generazione del nuovo millennio, anche detta Generazione Y, caratterizzata da una maggiore familiarità con i media e le tecnologie digitali.
Sono i giovani nati tra il 1982 e il 2000, che, a differenza dei Baby Boomers (i nati tra gli anni ’40 e ’60), considerano la longevità professionale quasi come fosse un fallimento.
In ogni caso il job hopping, sempre più frequente (per scelta o per circostanza), secondo il parere di molti può avere risvolti positivi, purchè praticato con professionalità.
Alcuni suggerimenti se sei un Job Hopper
Se sei un job hopper, ti sarà utile qualche consiglio per presentarti a un potenziale datore di lavoro, pilotando la percezione del tuo job hopping verso aspetti positivi e dettagli che possano giocare a tuo favore.
Ecco alcune argomentazioni:
- ogni lavoro che hai svolto ti ha permesso di acquisire abilità specifiche molto diversificate (sarà tuo interesse entrare nel merito di ognuna, enfatizzarne l’importanza e l’unicità)
- se hai cambiato lavoro sempre nello stesso settore di riferimento, sottolinea come ciò ti abbia permesso di conoscerlo dall’interno e affinare la tua esperienza in un determinato ambito, sperimentando situazioni e casi diversi
- cerca di spiegare come ogni esperienza pregressa ti abbia avvicinato idealmente a ciò che stai cercando, rimarcando che, anche se hai fatto job hopping fino ad ora, la tua intenzione è trovare un posto di lavoro che possa offrirti un percorso di crescita a lungo termine
Rimane comunque un’incognita: se il job hopping volontario possa assecondare e incoraggiare la precarietà, oppure aiutare a sconfiggerla, spingendo le aziende a prendere provvedimenti e formulare progetti di crescita professionale, per preservare i giovani talenti assunti.
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Un commento
[…] o predisposizione, hanno un approccio piuttosto disincantato al lavoro e sono inclini al Job Hopping: secondo gli studi i Millennials cambiano, entro i 30 anni, il doppio dei lavori rispetto agli […]