Quando la Fuga dei cervelli può essere un Viaggio di formazione
Si è già sentito parlare innumerevoli volte di fuga dei cervelli: i giovani talenti italiani – ma non solo – scappano all’estero, in cerca di prospettive migliori.
Ma esiste un altro punto di vista, che talvolta si dimentica in preda al pessimismo e al disorientamento. Perché non parlare di quella fuga dei cervelli come di un semplice viaggio di formazione?
Un’esperienza all’estero fa la differenza
Un’esperienza di studio o lavoro all’estero può essere la chiave per fare la differenza, in un mondo in cui i laureati crescono e i posti di lavoro apparentemente diminuiscono. E molti neolaureati scelgono proprio questa strada.
Secondo alcune indagini, il 60% dei giovani italiani sarebbe disposto ad emigrare stabilmente all’estero. Per la decisione non fanno testo né il titolo di studio, né lo status occupazionale.
I paesi che attraggono di più i giovani in partenza dall’Italia sono, in ordine: gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Germania, la Francia e la Spagna.
Quasi il 75% dei giovani italiani, comunque, considera la possibilità di emigrare temporaneamente come un’opportunità, non solo per trovare lavoro, ma anche per fare esperienza e confrontarsi con una cultura diversa.
Tale consapevolezza è indice dell’effettiva importanza e rilevanza che un periodo all’estero per studio, o meglio ancora per lavoro, può assumere sul curriculum vitae.
Il progetto Erasmus Plus
Un dato interessante è offerto dal bilancio del primo anno di attività del progetto Erasmus Plus, il nuovo programma dell’Unione Europea, partito nel 2014, che si propone di migliorare le prospettive occupazionali dei giovani, offrendo opportunità di studio e lavoro (non solo agli studenti, ma anche a insegnanti, ricercatori, volontari e lavoratori).
L’Italia è tra i Paesi che hanno presentato più candidature e, con 59mila partecipanti, anche una delle nazioni che più hanno beneficiato dei finanziamenti europei.
Il 51% dei tirocinanti italiani che hanno partecipato al progetto Erasmus Plus, sono stati impiegati presso l’azienda ospitante, il 9% ha sfoderato uno spirito imprenditoriale e dato vita a start-up di successo.
Emerge, dunque, come l’ampliamento di competenze e il processo di internazionalizzazione, favoriti dalle esperienze all’estero, assicurino maggiori opportunità di carriera e stimolino l’iniziativa dei giovani.
I Programmi di Stage in Cina di FourStars
Perché non pensare, allora, di partire, lasciando a casa pregiudizi e vittimismo, per godersi un viaggio e un’esperienza che sicuramente potranno ampliare orizzonti, punti di vista e offrire una prospettiva di analisi diversa per ogni situazione?
FourStars promuove fortemente le opportunità di crescita professionale e personale.
Oltre il 50% dei candidati che partecipano ai nostri programmi di Stage in Cina è confermato presso l’azienda ospitante o riceve proposte di lavoro in Asia.
Il 30% trova un impiego a pochi mesi dal rientro in Italia.
Ecco perché uno Stage in Cina può essere un’occasione per avviare un’esperienza internazionale, oppure per acquisire competenze tutt’altro che diffuse, spendibili e valide per la ricerca di un’occupazione di valore in Italia.
Ancora nessun commento