Finalmente giovedì: i vantaggi della settimana lavorativa breve
Negli ultimi anni, in diversi paesi Europei (e non solo) è stata sperimentata la settimana lavorativa breve, ovvero di quattro giorni.
A prescindere dai diversi modi in cui si può articolare, si è rilevato che una riduzione dei giorni di lavoro migliora contemporaneamente il benessere dei dipendenti e la produttività dell’azienda.
In che senso “settimana lavorativa breve”?
Ma cosa si intende di preciso per settimana lavorativa breve?
Per cominciare, esistono due diverse opzioni per ridurre i giorni di lavoro:
- ridurre le ore totali lavorate dai dipendenti (generalmente a parità di stipendio o quasi)
- “concentrare” le ore in meno giorni, aumentando quindi il monte ore quotidiano
Una volta adottato dall’azienda uno di questi due modelli, rimane variabile la scelta dei giorni.
Alcune aziende scelgono di prolungare il fine settimana, lasciando il lunedì o il venerdì libero (magari in modo alternato tra i dipendenti), altre di inserire un giorno di riposo infrasettimanale.
Altre aziende ancora optano per un modello “alternato”, che prevede settimane lunghe e settimane brevi a rotazione.
Il modello più diffuso prevede comunque una programmazione lavorativa fissa, secondo lo schema 100-80-100: il 100% della retribuzione per l’80% del lavoro e l’impegno del dipendente a mantenere almeno il 100% della produttività.
Una prospettiva storica
Se oggi può sembrarci una proposta innovativa, è giusto ricordare che l’avvento della settimana lavorativa breve fu prospettato diversi decenni fa.
Infatti, in questo senso esiste un’evoluzione storica: la settimana lavorativa di cinque giorni, che oggi ci sembra un diritto, fu introdotta in Italia a partire dagli anni ‘40 e solo in alcune aziende. In altri paesi però se ne parlava già dagli inizi del ‘900: negli Stati Uniti la Ford fu un’azienda avanguardista, introducendo le 40 ore lavorative già nel 1926.
Addirittura, nel 1930 l’economista John Maynard Keynes previde che l’automatizzazione avrebbe portato, nel giro di un paio di generazioni, a una settimana lavorativa di sole 15 ore!
(Pochi) svantaggi della settimana lavorativa corta
Ma quali possono essere le criticità della settimana lavorativa breve?
A prima vista, sembrerebbero esserci pochi svantaggi (nei paesi in cui questo modello è stato sperimentato ha infatti dato ottimi risultati), vediamoli di seguito:
- Poca adattabilità
C’è chi sostiene che la settimana corta funzioni soltanto in certi contesti lavorativi, ovvero quelli d’ufficio (i cosiddetti “colletti bianchi”).
Per altre categorie professionali, con mansioni più pratiche (lavori manuali, di produzione, di assistenza e cura) dover svolgere le stesse mansioni in meno ore rischia di essere molto stressante.
Sarebbe importante aumentare le sperimentazioni della settimana corta in questi ambiti lavorativi per valutare il risultato.
- Aumento del costo orario del lavoro
La riduzione del monte ore a fronte dello stesso stipendio significherebbe per l’azienda un aumento del costo orario del lavoro. Tuttavia, l’aumento della produttività rilevata dai contesti che hanno sperimentato la settimana breve non sembra averlo reso un problema.
(Molti) vantaggi della settimana lavorativa breve
Ad oggi, le sperimentazioni svolte in diverse aziende, europee e non, hanno evidenziato numerosi vantaggi del modello “settimana di quattro giorni”. Eccone alcuni:
- Benessere dei dipendenti
La riduzione dei giorni lavorativi ha portato in tutte le aziende che hanno deciso di sperimentarla ottimi risultati a livello di benessere del personale.
Si è rilevata infatti una notevole riduzione dello stress, dei fenomeni di malattia e di burnout.
Inoltre, la settimana corta permette ai dipendenti di avere un sano work-life balance e di essere così più sereni e soddisfatti.
- Employee retention
Nelle aziende in cui si è sperimentata la settimana lavorativa breve, è notevolmente aumentata anche l’employee retention, ovvero la capacità di consolidare i dipendenti garantendosi la loro fedeltà.
Un miglioramento della qualità di vita, infatti, porta il personale a rimanere a lungo nella stessa azienda, evitando il turnover che oggi è sempre più diffuso.
- Produttività
A fronte di una diminuzione dei giorni di lavoro, nelle aziende sperimentatrici non si è osservato un calo della produttività, anzi! I dipendenti, meno stressati e più soddisfatti, si sono mostrati maggiormente produttivi. Questo fenomeno è più facilmente osservabile nei contesti lavorativi in cui si lavora per obiettivi o progetti.
- Employer branding
Come tutte le politiche innovative introdotte in azienda, anche la settimana lavorativa breve porta a un miglioramento dell’employer branding.
L’azienda si fa infatti conoscere come moderna e attenta alle esigenze dei dipendenti, ottenendo un ritorno in termini di immagine e diventando così più attrattiva per le nuove generazioni (leggi qui quali sono le aziende preferite dalla Gen Z).
Insomma, sembra che introdurre la settimana lavorativa breve porti benefici sia all’azienda che ai dipendenti, migliorando la produttività della prima e il benessere dei secondi.
Alcune aziende hanno già iniziato a sperimentare questo modello anche in Italia e a breve verrà introdotto su base volontaria per i dipendenti statali.
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