Il volontariato nel cv: come inserire nel curriculum le esperienze di lavoro volontario
È giusto inserire le esperienze di volontariato nel cv? E se sì, quali scegliere?
Un buon curriculum vitae dovrebbe essere abbastanza sintetico, ma anche completo di tutte le esperienze rilevanti per delineare l’identità professionale del candidato.
Ecco quindi perché potrebbe essere opportuno inserire anche le esperienze di volontariato e come farlo nel modo corretto.
Volontariato: cos’è
Il termine “volontariato” indica generalmente attività di libero aiuto svolte a titolo gratuito per ragioni umanitarie, di solidarietà, giustizia sociale e affini.
Il volontariato può realizzarsi in diversi settori, promosso solitamente da organizzazioni o associazioni no profit e svolto su libera adesione dei privati cittadini.
Le nuove forme di volontariato
Oltre al volontariato internazionale, che esiste da tempo (pensiamo ad esempio ai “campi di volontariato” promossi dal Servizio Civile a partire dal dopoguerra), negli ultimi anni sono sorte nuove forme di volontariato basate sulla cosiddetta “sharing economy”.
L’idea è quella di uno scambio di competenze o servizi (come ad esempio nel progetto delle Banche del tempo), oppure di mettere a disposizione il proprio lavoro in cambio di vitto e alloggio (come nelle piattaforme Wwoof o Workaway).
Esistono poi communities (come Couchsurfing) in cui le persone mettono a disposizione la loro conoscenza della realtà cittadina, offrendosi come “guide turistiche” gratuite per i visitatori.
La filosofia che sottintende a tutte queste piattaforme è quella di creare una sorta di “economia alternativa”, basata sulla condivisione e non sulle transazioni economiche.
Anche esperienze di questo tipo possono essere inserite come volontariato nel cv, se inerenti alla posizione per cui ti stai candidando: se, ad esempio, ti proponi per una posizione di receptionist, un’esperienza di Workaway in un ostello può aiutarti a guadagnare punti agli occhi del datore di lavoro.
In generale, poi, l’aver trascorso dei periodi all’estero (anche se per volontariato) è un fattore di interesse da parte delle aziende, e darà di te l’immagine di una persona flessibile, aperta alle novità e capace di “mettersi in gioco”.
Perché inserire le esperienze di volontariato nel CV
Se stai cercando lavoro e hai svolto attività di volontariato, dovresti prendere in considerazione di inserirle sul curriculum vitae per arricchire il tuo profilo.
Le esperienze di volontariato sul cv, infatti, possono aiutare a fare la differenza e costituire un valore aggiunto per il recruiter, soprattutto se si tratta di attività inerenti alle competenze professionali richieste per il profilo ricercato.
Il volontariato contribuisce ad arricchire il bagaglio delle conoscenze spendibili in ambito professionale e spesso consente di partecipare a corsi di formazione importanti per potenziare le proprie competenze.
Si tratta di un’occasione per maturare abilità che possono sempre tornare utili nella ricerca di un lavoro, soprattutto le soft skills. Ad esempio, un’esperienza nell’ambito del coordinamento di gruppi sportivi potrebbe declinarsi, professionalmente, in capacità di leadership e lavoro di squadra, così come un’attività di volontariato in ambito sanitario potrebbe aiutare ad acquisire competenze quali l’empatia, la gestione dello stress, eccetera.
Le esperienze di volontariato nel cv sono fondamentali soprattutto per chi ha da poco finito di studiare e per chi in generale non ha molte esperienze pregresse in ambito lavorativo. Per questo motivo può essere utile svolgere attività di volontariato già durante gli studi, per partire con qualche informazione in più da inserire nel curriculum.
Ad ogni modo il volontariato nel cv non è una carta strategica solo per i neodiplomati e neolaureati: al contrario può rivelarsi importante anche per chi desidera cambiare settore o riposizionarsi sul mercato del lavoro dopo un lungo periodo di disoccupazione.
Accennare alle tue esperienze come volontario sul curriculum ti permetterà di raccontare qualcosa di molto personale di te, parlando indirettamente di passioni, interessi e tratti caratteriali.
È importante ricordare, però, che questo tipo di informazioni potrebbe anche portare alla luce dettagli non richiesti, che potrebbero in qualche modo influenzare il giudizio di alcuni recruiter.
Ad esempio, periodi di volontariato presso organizzazioni politiche o associazioni e comunità religiose potrebbero suscitare pregiudizi nel responsabile della selezione e quindi potrebbe essere meglio ometterle ed eventualmente scegliere di raccontarle solo in sede di colloquio.
Dove inserire il volontariato nel cv
Generalmente le attività di volontariato nel cv dovrebbero essere inserite dopo le sezioni dedicate alle esperienze professionali e di studio.
Ovviamente è importante dare la priorità alle attività più coerenti con il ruolo per cui ci si è candidati, evidenziando in modo sintetico le mansioni svolte, la durata e la tipologia di volontariato.
Se aggiorni le esperienze di volontariato nel cv, ricordati di inserirle anche sul profilo LinkedIn, che praticamente sarà il tuo curriculum online.
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