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Intervista a Natasha Brera – Branch Manager Shanghai

Entriamo in FourStars per conoscere i professionisti che lavorano in azienda. Oggi incontriamo Natasha Brera, la nostra Branch Manager per la filiale di Shanghai, che segue e supporta logisticamente i candidati nelle loro esperienze in Cina.

 

Di cosa ti occupi in FourStars? Quali sono le responsabilità di un Branch Manager?

In qualità di Branch Manager della filiale di Shanghai, mi occupo della gestione dei programmi di FourStars Stage in Cina, pensati e creati per i giovani che desiderano entrare nel mondo del lavoro e intraprendere una carriera internazionale.

I nostri programmi sono volti a dare maggiori opportunità soprattutto ai neo-laureati. Prevedono un periodo di lavoro e di studio in Cina e ogni programma ha le sue peculiarità. Naturalmente, affinché abbiano successo, i nostri candidati devono essere supportati lungo tutto il percorso e questo lavoro di supporto non sempre è facilissimo.

Mi occupo di cercare il match più appropriato tra aziende e candidati, auspicando che lo stage diventi poi una proposta di lavoro, mi confronto settimanalmente con le aziende e i candidati sulle richieste da parte dell’azienda e su eventuali aspetti delicati che insorgono per via della crescita personale durante l’esperienza, incluse le reazioni di shock culturale che talvolta si manifestano e che influiscono sul rendimento generale del candidato.

Mantengo le relazioni con le Istituzioni, le nostre aziende partner, le univeristà, gli uffici consolari, la sanità pubblica, la polizia, e i molteplici fornitori con cui collaboriamo. Last but not least, mi occupo anche della contabilità!

Cosa ti ha spinta ad accettare di intraprendere un percorso a contatto con una realtà così diversa come quella cinese? Quanto ha giocato il tuo background internazionale in questa scelta?

Nasco bilingue in una famiglia mista e sono cresciuta circondata dalla multi-culturalità. Credo fortemente che l’arricchimento personale sia in gran parte dettato da quante più esperienze “diverse” si abbia l’opportunità di vivere e conoscere.

Durante il mio percorso di laurea mi ero convinta che imparare il cinese fosse fondamentale per vivere nella società del futuro e che sarebbe stato molto importante per me, a costo di allungare di un anno i miei studi. Sarei dovuta partire per Pechino nell’estate del 2000, ma gli eventi della vita mi hanno riportata in Italia.  Chissà … forse era proprio scritto che dovessi andare in Cina!

E poi, la Cina è davvero così diversa?

La Cina è sicuramente un altro mondo. Tutti i paesi al di fuori del paese in cui viviamo sono un “altro mondo”, ma la Cina in particolare. A livello politico-sociale, le differenze culturali e ideologiche tra la Cina e l’occidente sono davvero molto forti.

La barriera culturale con cui mi scontro più spesso è la tendenza a non ragionare in proprio, ma più spesso a eseguire senza porsi troppe domande, nel bene e nel male.

O ancora mi mette in difficoltà la perplessità dei miei partner in Cina, quando percepiscono che un cambiamento repentino, possa in qualche modo crearmi “dello stress” … mi dicono sia molto peggio il fatto che io vada in giro per la città d’estate senza ombrellino e senza protezione 50!

Per ultima, la barriera insormontabile della lingua. Il consiglio più spassionato che mi sento di dare a chi ambisce ad un percorso formativo e professionale collegato alla Cina, è sicuramente quello di dedicarsi all’apprendimento della lingua, asset fondamentale se uno vuole vivere, lavorare, e costruire delle relazioni in Cina.

Con quali altre figure professionali collabori ogni giorno in FourStars?

Ho la fortuna di collaborare quotidianamente con tutto il team di FourStars. Ogni progetto ha persone dedicate che si occupano delle risorse umane, del marketing, del content, dei colloqui e la segreteria organizzativa per i servizi logistici. Tutti hanno un proprio ruolo. Ogni tassello è fondamentale e, grazie alla collaborazione e alla sinergia di tutti gli ingranaggi, il lavoro viene svolto in modo efficiente e dinamico, creando così un ambiente lavorativo ottimale in cui tutto il team si sente coinvolto e condivide anche la soddisfazione dei risultati ottenuti.

In qualità di branch manager invece, mi interfaccio con i capi delle risorse umane, i CEO, i manager, i tutor prescelti per seguire il percorso dei candidati, i portavoce e i rappresentanti delle varie organizzazioni istituzionali in Cina, i facility managers delle strutture con cui collaboriamo e le autorità locali.

Questo obbliga ad essere sempre aperti ad ascoltare le necessità delle diverse parti coinvolte,  e quindi, a dover affinare la propria sensibilità nella negoziazione e nella mediazione.

Quali consigli daresti ai candidati che aspirano a una carriera internazionale, partendo dalla Cina?

Consiglierei sicuramente di essere disposti a mettersi in gioco. Mettersi in gioco, però, non vuol dire solo partire per la Cina. Vuol dire accettare di lasciarsi alle spalle i preconcetti e le certezze a cui si è tanto legati per creare nuovi punti di vista e prospettive.

Credo che la missione di tutti noi sia imparare sempre, ogni giorno qualcosa di nuovo.

In FourStars ti occupi anche di sviluppo commerciale. Qual è l’importanza di questa attività, svolta tra Milano e Shanghai?

Poche persone in Italia sanno cosa fa e a cosa serve un ente promotore di stage.  La burocrazia in Italia è sempre motivo di rallentamento, incertezza, perdita di tempo, disinformazione… soprattutto disinformazione!

FourStars fornisce alle aziende un servizio sartoriale per l’attivazione di tirocini, garantendo al contempo la tutela dei giovani tirocinanti, proprio in qualità di ente promotore.

La mia attività commerciale si basa sull’aumentare la consapevolezza nelle persone riguardo a questa figura e riguardo il ruolo di FourStars come leader nel panorama nazionale. Leader perché non solo offre un servizio celere e preciso, preoccupandosi degli obblighi normativi vigenti, ma lo fa prestando supporto umano costante in modo eccelso da 20 anni.

Quali sono le difficoltà e i lati positivi nel gestire trattative commerciali con aziende internazionali?

La parte più difficile è la negoziazione. Bisogna per forza imparare usi e costumi ancora prima di sedersi a tavolino. Una volta fatti i compiti bisogna riuscire a creare una situazione di win-win che spesso può essere snervante.

L’aspetto sicuramente più positivo è la grande soddisfazione che si prova nel raggiungere l’obiettivo.

Nella vita sei anche un’insegnante madrelingua di inglese. Come riesci a combinare le due attività?

Amo essere a contatto con le persone e vedere che in qualche modo sono riuscita a rendergli servizio.

Ogni volta che i miei studenti mi dicono che hanno superato la paura del public speaking, che si sentono confident, che dall’odiare le riunioni in inglese addirittura sono passati a preferirle a quelle tradizionali, o quando semplicemente mi dicono grazie, io provo grande felicità.

Organizzo la mia agenda pensando ai traguardi da raggiungere, sia a Milano che a Shanghai.

Come gestisci il tuo Work Life Balance?

Non credo di essere la persona più adatta a cui fare questa domanda. Diciamo solo che difficilmente non cucino, anche se può voler dire mangiare alle 10 …

Mi riposo di più quando riesco ad andare a fare un viaggetto!

Qual è il tuo sogno nel cassetto professionale?

Credo nella serendipità….


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